Organizzata oggi dall’Unione ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap) al teatro Brancaccio di Roma, per chiedere un tavolo permanente di confronto con il governo sul rispetto della legalità e della dignità del settore.
Rispetto della legalità e dei diritti dei cittadini a servizi adeguati, chiarezza sulle norme e adeguamento dei nomenclatori tariffari e livelli essenziali di assistenza (Lea).
Sono queste le richieste che la sanità privata ha rivolto apolitica e istituzioni in occasione della manifestazione “Per una Sanità efficiente e sicura al servizio del cittadino” organizzata da Uap (Unione ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata), che riunisce quasi tutte le sigle della sanità privata italiana in rappresentanza di oltre 27mila realtà sanitarie sul territorio, svoltasi questa mattina al teatro Brancaccio di Roma.
Scopo dell’evento, cui aderisce come ente fondatore FederAnisap, la Federazione delle strutture ambulatoriali accreditate e non al Ssn, era inoltre la richiesta di sospensione per tre anni del Dl Concorrenza, giudicato inapplicabile alle strutture sanitarie, domandando in aggiunta l’aggregazione in rete delle strutture che non arrivano alle 200mila prestazioni. Si chiede rispetto della legalità da parte delle autorità su tali punti, anche a tutela della professione contro le aggressioni. “A sei mesi dall’ultima manifestazione, non è cambiato nulla. Incontri, chiacchiere, numeri, nulla è stato portato a conclusione”, afferma Valter Rufini, presidente Anisap. “Diciamo basta al grande bluff del Ssn riferito a imprenditori e aziende imbrigliati, fermati e disprezzati perché non raggiungono le 200mila prestazioni. Basta agli incontri sul Tariffario/Nomenclatore di cui si parla da mesi ma che non hanno prodotto nessun documento concreto. Basta alla riduzione dei budget. I soldi ci sono, ma non ci dicono a chi sono stati dati. Basta alla pressione informatica, tecnica e legislativa. Auspichiamo che questo sia preso dalla parte politica come un segnale. Chiedo ai politici presenti di spingere il governo per un tavolo fermo, unico, comune, in cui si possa scalettare ciò che serve”.